L’ultima trollata di Musk: Hasbro nel mirino?
Elon Musk non smette mai di far parlare di sé, e stavolta ha puntato la sua attenzione su Hasbro, la multinazionale che possiede Dungeons & Dragons. La polemica? Troppa inclusività. Con un semplice tweet su X (ex Twitter), ha acceso il dibattito tra fan del GdR più famoso al mondo. La domanda è: sta trollando o c’è un piano serio dietro?
Che è successo? La miccia accesa da un libro
Tutto parte da The Making of Original Dungeons & Dragons 1970-1977, un libro celebrativo che analizza i primi anni di vita di D&D. Nel testo si evidenzia come il gioco fosse nato per un pubblico bianco e maschio, una cosa ovvia per l’epoca, ma che oggi è stata letta da alcuni come una “denuncia” al passato.
Musk, che non perde occasione per dire la sua, ha risposto al post di Mark Kern (un game designer noto nelle community alt-right):
“Che diavolo c’è che non va in Hasbro e Wizards of the Coast? Che possano bruciare all’inferno!”
Insomma, calma zen livello zero.
La frase che ha scatenato l’hype: “Quanto costa Hasbro?”
Pochi giorni dopo, Musk se ne esce con un altro tweet:
“How much is Hasbro?”
Un semplice “quanto costa?”, che però ha mandato in fibrillazione il fandom. Alcuni sperano in un “salvataggio” del D&D classico, mentre altri si chiedono se Musk stia solo facendo l’ennesima shitstorm per posizionarsi tra i gamer più conservatori.
Hasbro, crisi e dadi “woke”
Hasbro non se la passa benissimo da anni: licenziamenti, vendite in perdita e incassi in calo. Ma c’è un’eccezione: Wizards of the Coast, la divisione che gestisce D&D e Magic: The Gathering, che ha retto il colpo e continua a portare profitti.

Tuttavia, la scelta di rendere D&D più inclusivo – con personaggi trans, razze rivisitate e la possibilità di giocare PG disabili – ha diviso il pubblico. Alcuni applaudono, altri gridano al tradimento del “vero” D&D. E Musk sembra voler dare voce a quest’ultima fazione.
È business o politica? Il lato oscuro del piano di Musk
Dietro i tweet di Musk potrebbe esserci più di una semplice polemica nerd. Con le elezioni americane che hanno visto Trump tornare in auge, Musk sta cercando di posizionarsi come figura di riferimento per i giovani gamer, spesso attratti da retoriche meno “progressiste”.
Non dimentichiamoci che D&D è ancora percepito come un gioco dominato da un pubblico maschile e che Musk potrebbe cavalcare questa narrativa per rafforzare il suo appeal politico.
Musk comprerà davvero Hasbro?
Le azioni di Hasbro sono salite dopo i suoi tweet, ma l’acquisto rimane un’ipotesi remota. Più che altro, Musk sembra voler lanciare un messaggio: D&D non deve cambiare (o almeno non nella direzione che Wizards of the Coast sta seguendo).
Conclusione: la community di D&D resterà spaccata
Che Musk compri o meno Hasbro, la sua provocazione ha riaperto vecchie ferite nella community. Il dibattito tra tradizionalisti e progressisti continua a dividere i fan. Una cosa è certa: D&D è ancora il centro di discussioni più grandi del semplice lancio di un d20.
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FAQs
Musk ha criticato l’inclusività introdotta da Wizards of the Coast in D&D e ha provocatoriamente chiesto “quanto costa Hasbro” in un tweet, scatenando il caos tra i fan.
Non ci sono conferme su una possibile vendita. Tuttavia, Wizards è una delle divisioni più redditizie di Hasbro, nonostante le polemiche sulla direzione inclusiva di D&D.
Alcuni fan tradizionalisti criticano le recenti scelte di Wizards, come la revisione delle razze, personaggi trans e la possibilità di giocare PG disabili, percependole come un allontanamento dal “classico” D&D.
Per ora non ci sono segnali concreti. È più probabile che si tratti di una provocazione o di una strategia per posizionarsi politicamente tra i gamer più conservatori.
Hasbro ha registrato perdite significative negli ultimi anni, ma Wizards of the Coast resta una delle sue poche divisioni in crescita, grazie al successo di D&D e Magic: The Gathering.
La provocazione di Musk ha riacceso il dibattito tra tradizionalisti e sostenitori dell’inclusività, spaccando ulteriormente la community. La questione riflette tensioni più ampie sui cambiamenti culturali nel mondo dei giochi di ruolo.